Informative sui flussi migratori - Salute, misure per la riduzione delle liste d’attesa - Magistratura onoraria - Attuazione di norme europee

Consiglio dei Ministri n.84 del 04/06/2024

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Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 84

4 Giugno 2024

Il Consiglio dei ministri si è riunito martedì 4 giugno 2024, alle ore 11.52, a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente Giorgia Meloni. Segretario, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.

INFORMATIVE

Il Presidente Giorgia Meloni ha svolto una informativa al Consiglio dei ministri in merito ai flussi di migranti regolari, che si riporta di seguito integralmente, con i relativi dati.

“Voglio parlarvi di immigrazione. Ma la questione stavolta non riguarda i traffici irregolari di migranti, per i quali ricordo che l’impegno dell’intero governo ha permesso fino a questo momento di abbattere del 60% gli arrivi illegali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un risultato possibile soprattutto grazie ai rapporti di collaborazione con i paesi del Nord Africa, Tunisia e Libia in testa.

Un passo in avanti recentissimo è costituito dal lavoro finalizzato a decretare un’area SAR tunisina: domani il Gruppo di Lavoro misto Italo Tunisino si riunirà qui a Roma per assistere le autorità marittime di quella Nazione per la stesura del relativo piano. La prospettiva comune è di formalizzare l’esistenza di un’area marittima che preveda l’intervento delle navi tunisine per svolgere opera di soccorso e ricondurre i migranti nel porto sicuro più vicino, cioè in Tunisia.

Sempre domani con il Ministro Piantedosi ci recheremo in Albania per verificare, a seguito del protocollo sottoscritto a novembre col Primo Ministro Edi Rama – al quale rinnovo la solidarietà dell’intero governo per gli attacchi ricevuti – lo stato di realizzazione del centro di prima accoglienza di Shenjin e del centro di permanenza di Gjader. Ma oggi ci concentriamo su un’altra questione, che riguarda invece i flussi migratori in apparenza regolari.

Dopo la formazione del Governo abbiamo dovuto definire rapidamente i flussi di ingresso regolare in Italia per motivi di lavoro relativi all’anno 2022, e lo abbiamo fatto con il D.P.C.M. del 29 dicembre 2022.

Successivamente abbiamo emanato il D.P.C.M. 27 settembre 2023, che attua la programmazione dei flussi per il triennio 2023-2025, secondo quanto previsto – in via sperimentale – dal c.d. decreto Cutro. Come Presidenza, e d’intesa con tutte le amministrazioni interessate, abbiamo costituito un tavolo tecnico per monitorarne l’applicazione.

Ora da quel monitoraggio emergono dati allarmanti. 

Il fatto è questo. Da alcune regioni, su tutte la Campania, abbiamo registrato un numero di domande di nulla osta al lavoro per extracomunitari, durante il click day, totalmente sproporzionato rispetto al numero dei potenziali datori di lavoro, siano essi singoli o imprese. 

Un dato: sui permessi per lavoro stagionale, cioè per lavoro in campo agricolo o turistico-alberghiero, nel 2023, su un totale di 282.000 domande, 157.000 arrivano dalla Campania, mentre 20.000 arrivano dalla Puglia. Solo che, per esempio nel settore agricolo, la Puglia ha circa il 12% delle imprese agricole italiane e la Campania solo il 6%. 

Dato ancora più preoccupante è che a fronte del numero esorbitante di domande di nulla osta, solo una percentuale minima degli stranieri che hanno ottenuto il visto per ragioni di lavoro in base al “Decreto Flussi” ha poi effettivamente sottoscritto un contratto di lavoro. In Campania, meno del 3% di chi entra con un nulla osta sottoscrive poi un contratto di lavoro. 

Uno scarto significativo tra il numero di ingressi in Italia per motivi di lavoro e i contratti di lavoro che vengono poi effettivamente stipulati è però una caratteristica che accomuna, anche se con numeri meno spaventosi, molte regioni italiane. 

Dai dati quindi emerge che: 

  1. In alcuni territori il numero di richieste è enorme rispetto alla capacità di assorbimento del tessuto produttivo locale, e quindi balza facilmente agli occhi. 
  2. In quasi tutte le regioni italiane c’è uno scarto significativo tra chi entra per finalità di lavoro e chi effettivamente poi sottoscrive un contratto di lavoro. 

Che significa? Secondo noi significa che i flussi regolari di immigrati per ragioni di lavoro vengono utilizzati come canale ulteriore di immigrazione irregolare. Significa che, ragionevolmente, la criminalità organizzata si è infiltrata nella gestione delle domande e i “decreti flussi” sono stati utilizzati come meccanismo per consentire l’accesso in Italia, per una via formalmente legale e priva di rischi, a persone che non ne avrebbero avuto diritto, verosimilmente dietro pagamento di somme di denaro (secondo alcune fonti, fino a 15.000 euro per “pratica”).

L’ipotesi di infiltrazioni criminali sembra avvalorata dal fatto che la stragrande maggioranza degli stranieri entrati in Italia negli ultimi anni avvalendosi del “Decreto Flussi” proviene da un unico Stato, il Bangladesh, dove le autorità diplomatiche parlano di fenomeni di compravendita dei visti per motivi di lavoro. I bengalesi, ricordo, sono anche la prima nazionalità di immigrazione illegale nei primi cinque mesi di quest’anno, e questo presuppone un collegamento forte tra organizzazioni criminali che operano nel paese di partenza e organizzazioni criminali che operano nel paese di arrivo.

Per questa ragione, raccolti questi dati, stamattina mi sono recata dal Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Giovanni Melillo per consegnare un esposto sui flussi di ingresso in Italia di lavoratori stranieri avvenuti negli ultimi anni avvalendosi del c.d. “Decreti Flussi”.

È evidente che se - come immagino – da una parte l’autorità giudiziaria aprirà una o più indagini in base agli elementi forniti e farà seguire la necessaria opera di accertamento per il passato, dall’altro lato le soluzioni per fermare questo meccanismo in futuro competono al governo. 

Lo stesso gruppo tecnico di lavoro che ha tirato fuori questi dati – che è coordinato dalla Presidenza del Consiglio e vede la partecipazione del Ministero dell’Interno, del Ministero degli Esteri, del Ministero del Lavoro, del Ministero dell’Agricoltura e del Ministero del Turismo, ha ipotizzato delle iniziative da intraprendere, sia di ordine legislativo, sia di ordine amministrativo.

Ci troviamo di fronte a un meccanismo di frode e di aggiramento delle dinamiche di ingresso regolare, con la pesante interferenza del crimine organizzato, che dobbiamo fermare e correggere, esattamente come abbiamo fatto, e stiamo facendo, per il superbonus edilizio e per il reddito di cittadinanza.

Gli aspetti su cui intervenire sono quelli:

  • della verifica delle domande di nulla osta al lavoro, del meccanismo del click day;
  • della definizione delle quote;
  • del rafforzamento dei canali di ingresso speciali;

e più in generale della collaborazione con le associazioni di categoria, allo scopo di definire i fabbisogni di manodopera.

Quanto ho fin qui descritto avrà bisogno, come dicevo, di un duplice livello di intervento, normativo e amministrativo.

Quindi vi annuncio che stiamo lavorando perché in uno dei primi Cdm che terremo dopo il G7 si presenti, con la collaborazione di tutti i Ministeri competenti, un articolato ampio e dettagliato per risolvere questo problema. Ci sarà bisogno di un duplice intervento, normativo e amministrativo.

E intendo coinvolgere le imprese e le associazioni di categoria. Intendo promuovere un incontro con le organizzazioni datoriali, poiché troppo spesso si esprimono fabbisogni di manodopera che trovano solo parzialmente riscontro nelle domande di nulla osta al lavoro presentate nei click day. Penso serva maggiore responsabilità e un più serio approfondimento, capendo ad esempio se le associazioni abbiano un sistema di monitoraggio delle domande per conto dei propri associati e facciano dei controlli preliminari su di essi.

Mentre il Governo individuerà le necessarie soluzioni per il futuro, auspico che si faccia piena luce su quanto è avvenuto negli scorsi anni. Con il Gruppo tecnico di lavoro noi abbiamo fatto una ricognizione solo sui due decreti flussi varati da noi, ma è ragionevole ritenere che le stesse degenerazioni si trascinassero da anni e mi stupisce che nessuno se ne sia reso conto.

Noi modificheremo i tratti operativi che hanno portato a queste storture, e lo faremo nel rispetto del principio che ispirò la legge cosiddetta “Bossi-Fini” che ha regolamentato il fenomeno in questi anni, cioè consentire l’ingresso in Italia solo a chi è titolare di un contratto di lavoro”.

Tabella1

Tabella 2

Tabella 3

Tabella 4

Tabella 5

SALUTE, MISURE PER LA RIDUZIONE DELLE LISTE D’ATTESA

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro della salute Orazio Schillaci, ha approvato un decreto-legge e un disegno di legge che introducono misure per la riduzione dei tempi delle liste d’attesa e per garantire le prestazioni sanitarie.

1. Misure urgenti per la riduzione dei tempi delle liste di attesa delle prestazioni sanitarie (decreto-legge)

Il decreto prevede l’istituzione, presso l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari (AGENAS), della Piattaforma nazionale delle liste di attesa, interoperabile con le piattaforme delle liste di ciascuna regione e provincia autonoma, in coerenza con l’obiettivo «Potenziamento del Portale della Trasparenza» previsto dal PNRR. Attraverso il monitoraggio dei dati, nell’ambito del controllo delle agende di prenotazione, si potrà attivare un meccanismo di audit per le aree ove si rilevino inefficienze o anomalie.

Inoltre, al fine di rafforzare le attività di monitoraggio e controllo del Sistema nazionale di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria (SIVeAS), si istituisce presso il Ministero della salute l’Organismo di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria, con il compito di verificare il corretto funzionamento del sistema di gestione delle liste di attesa e dei relativi piani operativi per il recupero. L’Organismo, con il supporto dei Carabinieri per la tutela della salute, potrà accedere presso vari soggetti sanitari pubblici e privati accreditati per verificare e analizzare le disfunzioni delle agende di prenotazione su segnalazione dei cittadini, degli enti locali e delle associazioni di categoria degli utenti; inoltre, al fine di corrispondere a segnalazioni da parte di cittadini, potrà acquisire documentazione dalle regioni e dalle province autonome.

Gli esiti delle verifiche costituiscono elementi di valutazione ai fini dell’applicazione delle misure sanzionatorie e premiali nei confronti dei responsabili a livello regionale o aziendale, inclusa la revoca o il rinnovo dell’incarico.

Si prevede la convergenza al Centro unico di prenotazione (CUP) regionale o infra-regionale, già utilizzato per gli erogatori di servizi sanitari pubblici, anche degli erogatori privati accreditati, ospedalieri e ambulatoriali e si condiziona alla interoperabilità tra CUP pubblici e centri di prenotazione privati la stipula degli accordi contrattuali tra regioni e strutture sanitarie private per l’erogazione delle relative prestazioni sul territorio.

Si dispone l’attivazione da parte del CUP di un sistema di disdetta delle prenotazioni per ricordare la data di erogazione della prestazione e l’attivazione di sistemi di ottimizzazione delle agende di prenotazione, secondo linee guida omogenee di livello nazionale.

Inoltre, si stabilisce che vi siano agende dedicate per le prestazioni presenti nei percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali (PDTA), si introduce il divieto per le aziende sanitare e ospedaliere di sospendere o chiudere le attività di prenotazione relative ai livelli essenziali di assistenza e si raddoppiano le sanzioni per la sospensione o chiusura delle attività di prenotazione.

Nell’eventualità che i tempi previsti dalle classi di priorità indicate dal Piano Nazionale di Governo delle liste di attesa 2019-2021 non possano essere rispettati, le direzioni generali aziendali dovranno garantire l’erogazione delle prestazioni richieste attraverso l’utilizzo dell’attività libero-professionale intramuraria o del sistema privato accreditato, anche al di fuori degli accordi contrattuali vigenti, sulla base della tariffa nazionale vigente. I direttori generali delle aziende sanitarie dovranno vigilare sul rispetto di tale disposizione, anche ai fini dell’esercizio dell’azione disciplinare e di responsabilità erariale nei confronti dei soggetti ai quali sia imputabile la mancata erogazione della prestazione nei confronti dell’assistito.

Si introduce un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle relative addizionali, che riduce al 15 per cento il prelievo tributario sugli emolumenti percepiti dal personale sanitario per gli straordinari svolti nell’ambito dei piani di riduzione delle liste d’attesa a seguito dell’entrata in vigore del decreto.

Si prevede che le visite diagnostiche e specialistiche siano effettuate anche nei giorni di sabato e domenica con orario prolungato. Presso ogni azienda sanitaria e ospedaliera è in ogni caso assicurato il corretto ed equilibrato rapporto tra l’attività istituzionale e la corrispondente attività libero-professionale.

2. Misure di garanzia sulle prestazioni sanitarie (disegno di legge)

Il testo introduce misure per la garanzia dei tempi di erogazione delle prestazioni sanitarie per la riduzione delle liste d’attesa.

Le norme prevedono, tra l’altro:

  • misure per garantire l’appropriatezza prescrittiva ed erogativa delle prestazioni sanitarie, evidenziando l’obbligo del medico curante di attribuire, nella propria prescrizione, la classe di priorità;
  • l’istituzione del Sistema nazionale di governo delle liste di attesa (SINGLA) comprensivo di strutture, strumenti, e competenze, volto a riunire in un unico organismo diverse funzionalità. Il SINGLA è governato da una Cabina di Regia, presieduta dal Ministero della salute;
  • il nuovo “Registro delle segnalazioni”, presso il Ministero della salute, che i cittadini possono utilizzare per segnalare disservizi in materia di prestazioni sanitarie;
  • la possibilità per regioni e province autonome di aumentare, entro un limite massimo, il limite di spesa ai fini dello smaltimento delle liste d’attesa e di destinare alla contrattazione integrativa risorse aggiuntive per valorizzare le professionalità dei dirigenti sanitari e degli operatori delle professioni infermieristiche, ostetriche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione;
  • deroghe per l’avvalimento degli specialisti ambulatoriali interni già in servizio a tempo indeterminato e l’incremento delle retribuzioni orarie delle prestazioni aggiuntive del personale medico;
  • la messa “a regime” della possibilità, per i medici specializzandi, di assumere, su base volontaria e fuori dal periodo di formazione, incarichi libero professionali per i servizi di emergenza del Servizio sanitario nazionale, per un periodo di 12 ore settimanali (in luogo delle attuali 8);
  • una deroga per consentire alle regioni e agli enti del SSN il reclutamento del personale sanitario dirigenziale e non, con contratto di lavoro autonomo anche di collaborazione coordinata e continuativa;
  • interventi sui limiti di spesa per l’acquisto di prestazioni sanitarie da soggetti privati accreditati, prevedendo che tali limiti siano rideterminati nei seguenti valori: di 4 punti percentuali per l’anno 2025 e di 5 punti percentuali a decorrere dall’anno 2026. Si precisa che le risorse sono prioritariamente destinate alle prestazioni di ricovero e ambulatoriali, erogate dalle strutture sanitarie private accreditate dotate di pronto soccorso, inserite nella rete di emergenza;
  • la possibilità, per le aziende ospedaliere universitarie che non possono far fronte alle esigenze assistenziali con l’organico funzionale di tipo universitario, di stipulare contratti con il personale medico o sanitario anche con contratti a tempo indeterminato, oltre che a tempo determinato;
  • la possibilità, nell’ambito dei nuovi servizi assicurati dalle farmacie del Servizio sanitario nazionale, di dispensare anche i dispositivi medici necessari al trattamento dei pazienti in assistenza domiciliare, residenziale e semiresidenziale;
  • l’estensione delle misure di premialità già previste a favore di determinate regioni, anche a quelle che garantiscono il rispetto dei tempi massimi di attesa per l’erogazione delle prestazioni sanitarie rientranti nei livelli essenziali di assistenza;
  • la corresponsione di un incremento della retribuzione di risultato fino al dieci per cento per i direttori generali delle ASL, delle aziende ospedaliere e degli altri enti del SSN, a seguito del raggiungimento degli obiettivi, e specifiche misure sanzionatorie in caso di mancato raggiungimento di quelli annuali relativi alla riduzione delle liste di attesa;
  • l’autorizzazione alla spesa di 60 milioni di euro annui dal 2026, per un triennio, per interventi nel campo della salute mentale e finalizzati al rafforzamento dei dipartimenti di salute mentale regionali, al reinserimento dei pazienti con disturbi mentali, alla presa in carico di soggetti con disturbi mentali e della nutrizione alimentare;
  • la deroga ai limiti di assunzione previsti per il personale che opererà per l’attuazione degli obiettivi;
  • l’istituzione della “Scuola Nazionale dell’Alta Amministrazione Sanitaria” che dovrà provvedere alla formazione dei dirigenti e dei direttori sanitari.

ATTUAZIONE DI NORME EUROPEE

Recepimento della direttiva (UE) 2022/431, che modifica la direttiva 2004/37/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro (decreto legislativo – esame preliminare)

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR Raffaele Fitto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone, ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo di recepimento della direttiva (UE) 2022/431, che modifica la direttiva 2004/37/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro.

Le nuove norme hanno il fine di ricomprendere le sostanze tossiche per la riproduzione tra quelle a rischio per la salute dei lavoratori.

In particolare, i principali ambiti di intervento concernono:

  • l’individuazione e la valutazione dei rischi; 
  • l’esclusione o riduzione dell’esposizione (con la previsione di relativi valori limite); 
  • le informazioni da fornire all’autorità competente; 
  • le misure per i casi, prevedibili o non prevedibili, di aumento dell’esposizione; 
  • l’accesso alle zone di rischio; 
  • le misure igieniche e di protezione individuale; 
  • l’informazione e la formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti nonché la consultazione e partecipazione degli stessi;
  • la sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti; 
  • la conservazione della documentazione.

Inoltre, il provvedimento apporta alla normativa vigente le modifiche necessarie ad assicurare la corretta applicazione della direttiva (UE) 20022/431, in conformità al Piano europeo di lotta contro il cancro del 3 febbraio 2021, attraverso la previsione di obblighi specifici del datore di lavoro, anche in materia di formazione o informazione e aggiorna l’attuale sistema di sorveglianza sanitaria.

PROVVEDIMENTI APPROVATI IN ESAME DEFINITIVO

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni, del Ministro per le riforme istituzionali e la semplificazione normativa Maria Elisabetta Alberti Casellati, del Ministro per la pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, del Ministro per le disabilità Alessandra Locatelli, del Ministro per la protezione civile e le politiche del mare Nello Musumeci del Ministro della giustizia Carlo Nordio, del Ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani, del Ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara e del Ministro dell’università e della ricerca Anna Maria Bernini, ha approvato, in esame definitivo, un disegno di legge per l’introduzione di misure per la semplificazione normativa e il miglioramento della qualità della normazione e deleghe al Governo per la semplificazione, il riordino e il riassetto in determinate materie.
Inoltre, dopo l’esame preliminare dello scorso 31 gennaio, il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della giustizia Carlo Nordio, ha approvato il disegno di legge recante modifiche alla disciplina della magistratura onoraria del contingente ad esaurimento.

NOMINE

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni, sentito il Presidente del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (CNEL) Renato Brunetta, ha deliberato, la nomina del dottor Massimiliano Monnanni a Segretario generale dello stesso CNEL.

MOVIMENTO DI PREFETTI

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’interno Matteo Piantedosi, ha deliberato il collocamento fuori ruolo presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, ai fini del conferimento dell’incarico di Commissario straordinario di cui all’articolo 7, comma 1, del decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19, in materia di superamento degli insediamenti abusivi per combattere lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura, del dottor Maurizio Falco, attuale Prefetto di Latina.

DELIBERAZIONI MOTIVATE

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della salute Orazio Schillaci, ai sensi dell’articolo 3, comma 3, del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, non essendo stata raggiunta l’intesa in Conferenza Stato-regioni entro il previsto termine di 30 giorni, ha approvato una deliberazione motivata che autorizza l’adozione dello schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di sospensione del Presidente dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (AGENAS), prof. Enrico Coscioni.

RINNOVO DELLA VALUTAZIONE COMPLESSIVA DEGLI INTERESSI PUBBLICI

A seguito delle sentenze di merito del Consiglio di Stato n. 4871/2024, n. 4870/2024, n. 4872/2024, relative ai ricorsi presentati dalla società INERGIA S.p.A. avverso le deliberazioni adottate dal Consiglio dei ministri nelle riunioni del 5 ottobre 2022 e del 10 marzo 2022, il Consiglio dei ministri ha ritenuto di dover procedere al rinnovo della valutazione complessiva degli interessi coinvolti e ha quindi deliberato di esprimere giudizio positivo di compatibilità ambientale sui progetti per la realizzazione dei seguenti impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili:

  • parco eolico denominato “Stornara nord” e relative opere di connessione, da realizzarsi nel Comune di Stornara (FG);
  • impianto eolico denominato “Ponticello”, nei comuni di Orta Nova e Stornarella (FG), della potenza complessiva pari a 42 MW;
  • parco eolico denominato “Tre Perazzi” nei comuni di Cerignola, Stornarella e Orta Nova, in provincia di Foggia, della potenza complessiva pari a 50,4 MW.

LEGGI REGIONALI

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, ha esaminato due leggi regionali e ha quindi deliberato di impugnare:

  • la legge della Regione Siciliana n. 6 del 02/04/2024, recante “Riordino normativo dei materiali da cave e materiali lapidei”, in quanto talune disposizioni, eccedendo dalle competenze statutarie e ponendosi in contrasto con la normativa statale in materia di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, violano gli articoli 9 e 117, secondo comma, lett. s), della Costituzione;
  • la legge della Regione Puglia n. 16 del 09/04/2024, recante “Modifiche alle leggi regionali 11 aprile 2013, n. 10 (Termine di apertura sedi farmaceutiche per il privato esercizio), 24 luglio 2017, n. 29 (Istituzione dell’Agenzia regionale per la salute e il sociale - A.Re.S.S.) e disposizioni diverse”, in quanto talune disposizioni, ponendosi in contrasto con la normativa statale in materia di tutela della salute e coordinamento della finanza pubblica, violano l’articolo 117, terzo comma, della Costituzione.

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Il Consiglio dei ministri è terminato alle ore 12.56.

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