L'adulterio e la flagellazione

Articolo del 08/12/2024

Condividi su FacebookCondividi su LinkedinCondividi su Twitter

La flagellazione era una pena molto diffusa nell’antichità, una forma di punizione corporale utilizzata per piegare la volontà dei condannati.

Questa punizione veniva spesso comminata a coloro che si rendevano colpevoli di adulterio, poiché l’infedeltà coniugale era considerata una grave violazione del codice morale e sociale.

Cicerone descrive la flagellazione come una sorta di “semi-morte”, evidenziando come, dopo averla subita, molti condannati finissero per morire, talvolta a causa delle ferite riportate durante la brutale esecuzione.

La scena è ben rappresentata dal dipinto “Il supplizio degli adulteri”, realizzato nel 1876 da Jules Arsène Garnier, dove l’artista immortala con cruda efficacia la sofferenza e l’umiliazione inflitte attraverso la flagellazione.

Oggi, queste pene, nella loro estrema brutalità, appaiono come pratiche barbare e inumane, retaggi di civiltà lontane e poco evolute sul piano dei diritti umani.

Eppure, basta allargare lo sguardo alla contemporaneità per scoprire che, in alcuni Paesi del mondo in cui vige la legge della sharia, la pena della flagellazione per adulterio è ancora in uso, a testimonianza di come, in certi contesti, queste forme di punizione non siano mai del tutto scomparse.

©2024 misterlex.it - [email protected] - Privacy - P.I. 02029690472