Lo scorso 2 aprile è stato presentato il IX Rapporto Censis-Cassa Forense sull’Avvocatura, intitolato “Nuovi orizzonti per l’avvocatura: tra sfide e opportunità”. Nella stessa occasione, il Consiglio Nazionale Forense ha annunciato l’arrivo della bozza di riforma dell’ordinamento forense, che sarà trasmessa in Parlamento nei prossimi giorni.
Secondo i dati del Rapporto, l’avvocatura italiana è in trasformazione.
Nel 2024 gli iscritti a Cassa Forense sono scesi a 233.260, con un calo dell’1,6% rispetto all’anno precedente. In flessione soprattutto le donne, la cui percentuale si attesta al 46,8%, invertendo il trend di crescita degli anni passati. L’età media si è alzata a 48,9 anni.
Nonostante ciò, aumentano i redditi medi (+6,8%), sebbene con forti disuguaglianze: 62.456 € per gli uomini, contro 31.115 € per le donne. Cresce tuttavia anche il reddito medio femminile (+8,8%).
Il 33,3% degli avvocati considera di lasciare la professione, mentre tra gli under 40 si registra un boom di nuove forme di aggregazione (studi associati, reti, collaborazione).
Solo il 27,5% degli avvocati utilizza strumenti di intelligenza artificiale, prevalentemente per ricerche giurisprudenziali, anche se cresce l’apertura verso queste tecnologie.
Durante la presentazione del Rapporto, il Consiglio Nazionale Forense ha illustrato le linee guida della riforma dell’ordinamento forense, che punta a rinnovare in profondità l’accesso, la formazione, la disciplina e le modalità di esercizio della professione.
Tra le novità più significative:
Parità di genere negli incarichi: le pubbliche amministrazioni e le autorità giudiziarie dovranno garantire il rispetto del principio di parità nella nomina di difensori e incarichi professionali;
Segreto professionale rafforzato: esteso a supporti informatici, video e audio, è definito come inviolabile e illimitato nel tempo;
Nuove forme associative: riconoscimento di contratti di rete tra avvocati o con altri professionisti, e apertura a collaborazioni coordinate e continuative;
Percorso formativo rivisto: confermata la durata di 18 mesi del tirocinio, che dovrà includere corsi obbligatori e non sarà più svolgibile presso gli uffici giudiziari;
Riforma delle difese d’ufficio: prevista una delega al Governo per intervenire in materia;
Disciplina disciplinare aggiornata: in caso di procedimento penale per gli stessi fatti, il procedimento disciplinare sarà sospeso;
Digitalizzazione delle comunicazioni: provvedimenti e notifiche del CDD saranno inviati via PEC;
Nuova disciplina della riabilitazione: la riabilitazione in caso di illeciti deontologici sarà annotata nel fascicolo personale.
La riforma, ancora in bozza, risponde a molte delle criticità emerse nel Rapporto Censis: l’invecchiamento della professione, le diseguaglianze di genere, la difficoltà nella conciliazione vita-lavoro, il mancato ricambio generazionale.
Si tratta di un intervento che cerca di coniugare le garanzie tradizionali della professione con le sfide dell’innovazione tecnologica e dei nuovi modelli organizzativi, offrendo una cornice più moderna e inclusiva per il futuro dell’avvocatura.
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