Da anni si discute della possibilità di inserire la figura dell’avvocato nella Costituzione italiana.
Ma davvero ce n’è bisogno? E soprattutto: a chi giova?
Il tema è tornato d’attualità grazie al Ministro della Giustizia Carlo Nordio, che ha ribadito il suo sostegno all’iniziativa in un recente intervento al Congresso regionale delle Camere penali del Friuli Venezia Giulia.
Nordio ha definito l’assenza dell’avvocato dalla Carta come un “tavolo zoppo”, sottolineando che il processo si regge su tre attori: accusa, difesa e giudice. Per questo, auspica che la figura del difensore venga formalmente riconosciuta a livello costituzionale, al pari del pubblico ministero e del giudice.
Del tema Mister Lex se ne era già occupato tempo e i dubbi rimangono sempre gli stessi:
La domanda, però, resta: cui prodest?
L’art. 24 della Costituzione garantisce già che “la difesa è un diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento”.
E la legge ordinaria prevede l’autonomia e l’indipendenza della professione forense.
Allora, qual è il vero beneficio dell’inserimento in Costituzione?
Secondo i sostenitori della riforma, si tratterebbe di:
rafforzare simbolicamente il ruolo dell’avvocato nel sistema democratico,
affermarne l’autonomia da ogni potere,
proteggere la funzione difensiva da derive restrittive.
Tuttavia, molti operatori del diritto si interrogano se non sarebbe più utile intervenire con norme concrete, piuttosto che con un riconoscimento simbolico.
La realtà quotidiana degli avvocati, infatti, è spesso ben lontana dai riflettori costituzionali:
gare al massimo ribasso per incarichi pubblici,
pratiche che sviliscono l’autonomia professionale,
difficoltà ad accedere a funzioni giurisdizionali,
scarso riconoscimento del ruolo consultivo in molte fasi della vita giuridica.
Ecco perché qualcuno propone di agire prima a livello legislativo, per:
rafforzare le tutele effettive per l’avvocato,
riservare alla professione alcune attività tipiche, come la consulenza legale,
vietare espressamente pratiche che ledono l’autonomia dell’avvocato.
L’inserimento dell’avvocato in Costituzione può essere visto in due modi:
Forse non è questione di “se” o “quando” l’avvocato entrerà in Costituzione.
La vera domanda è: quando l’avvocato tornerà davvero al centro della giustizia?