Cecilia Sala, giornalista del Foglio e di Chora Media, è stata arrestata a Teheran il 19 dicembre 2024 mentre partecipava a un incontro con attivisti locali per i diritti umani. L'arresto è avvenuto in un contesto di crescente tensione tra l'Iran e i Paesi occidentali, con il regime iraniano che ha intensificato le repressioni contro dissidenti e stranieri.
L'imputazione: la sua genericità
Le autorità iraniane hanno accusato Cecilia Sala di "violazione delle leggi della Repubblica islamica", senza fornire dettagli specifici sulle presunte infrazioni. Tale accusa appare generica e basata su imputazioni spesso utilizzate dal regime iraniano per giustificare arresti arbitrari. L'assenza di elementi concreti rende difficile la preparazione di una difesa adeguata, evidenziando una possibile strumentalizzazione dell'apparato giudiziario per finalità politiche.
La vera ragione dell'arresto: uno strumento di scambio?
L'arresto di Sala è avvenuto appena 3 giorni dopo il fermo in Italia dell'ingegnere iraniano Mohammad Abedini Najafabadi, avvenuto il 16 dicembre 2024 all'aeroporto di Malpensa. La misura è stata effettuata su richiesta degli Stati Uniti, che lo accusano di fornire tecnologia per droni alla Guardia Rivoluzionaria Iraniana. Questa coincidenza temporale suggerisce che l'Iran possa utilizzare Sala come leva per negoziare la liberazione di Abedini, pratica già adottata in passato dal regime iraniano.
Le possibili soluzioni giuridiche
Concessione dei domiciliari: In attesa di una risoluzione diplomatica, una strada percorribile potrebbe essere la concessione degli arresti domiciliari per Abedini. Il suo avvocato ha presentato istanza per la concessione degli arresti domiciliari, indicando un'abitazione dove potrebbe risiedere durante il procedimento di estradizione. La concessione dei domiciliari potrebbe essere interpretata come un gesto distensivo verso l'Iran, facilitando le trattative per la liberazione di Sala.
Revoca dell'ordine di arresto: Il Ministro della Giustizia ha anche la possibilità di revocare l’ordine d’arresto e lasciare che l’iraniano possa tornare a casa. L'art. 718 del Codice di Procedura Penale, infatti, prevede che la revoca della misura cautelare a fini estradizionali "è sempre disposta se il Ministro della Giustizia ne fa richiesta".
I poteri del Ministro Nordio
Carlo Nordio, Ministro della Giustizia, ha un ruolo centrale nella gestione delle richieste di estradizione e nei rapporti con le autorità straniere. Egli può decidere di non dare corso a una richiesta di estradizione se questa compromette la sovranità o gli interessi essenziali dello Stato italiano, oltre a richiedere la revoca di misure cautelari a fini estradizionali. Tuttavia, nel contesto iraniano, Nordio potrebbe agire attraverso canali diplomatici per favorire una soluzione negoziata.
Una soluzione politica e giuridica
Il caso di Cecilia Sala evidenzia fin da subito la necessità di una soluzione politica, con un coinvolgimento del Ministero degli Esteri italiano, delle istituzioni europee e degli Stati Uniti per esercitare pressione diplomatica sull'Iran.
AGGIORNAMENTI
1) Rilascio di Cecilia Sala, la nota di Palazzo Chigi
8 Gennaio 2025
È decollato pochi minuti fa, da Teheran, l'aereo che riporta a casa la giornalista Cecilia Sala.
Grazie a un intenso lavoro sui canali diplomatici e di intelligence, la nostra connazionale è stata rilasciata dalle autorità iraniane e sta rientrando in Italia. Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, esprime gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile il ritorno di Cecilia, permettendole di riabbracciare i suoi familiari e colleghi. Il Presidente ha informato personalmente i genitori della giovane.
2) Revoca dell'arresto per Abedini
12 gennaio 2025
Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha firmato la richiesta di revoca dell'arresto per Mohammad Abedini Najafabadi. Liberato dopo 27 giorni di detenzione in Italia, l'ingegnere è già tornato a Teheran. L'Iran ha accolto positivamente il gesto, definendolo un esempio di "cooperazione".