Doppio cognome, il punto della situazione

Articolo del 18/04/2025

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Per il superamento dell'automatismo del cognome paterno c'è voluto l'intervento del giudice delle leggi.

Con la sentenza n. 131 del 2022, la Corte Costituzionale ha dichiarato l'incostituzionalità dell'attribuzione automatica del solo cognome paterno, sancendo il principio di parità tra genitori. La norma previgente, contenuta nell'art. 262, comma 1, c.c., veniva considerata un retaggio patriarcale contrario agli articoli 2 e 3 della Costituzione e agli obblighi internazionali (artt. 8 e 14 CEDU).

La nuova regola stabilisce che il figlio assume i cognomi di entrambi i genitori, nell'ordine da essi concordato, salvo diverso accordo per l'attribuzione di uno solo. In mancanza di intesa sull'ordine, decide il giudice. La pronuncia ha avuto effetto immediato dal 1° giugno 2022 anche nei procedimenti pendenti.

Modalità di attribuzione del doppio cognome

Dal 2022, l'attribuzione del doppio cognome è possibile:

  • Paterno + materno (anche senza consenso del padre);

  • Materno + paterno (con consenso di entrambi);

  • Solo materno (con consenso di entrambi);

  • Solo paterno (con consenso di entrambi).

Per i nati prima del 2022, o nei casi di modifica successiva alla nascita, è necessaria un'apposita istanza alla Prefettura, con procedura articolata che include affissioni, possibili opposizioni e decreto finale. Il Prefetto svolge un ruolo esecutivo, non valutativo.

Le sentenze successive della Cassazione

La giurisprudenza ha ulteriormente definito l'applicazione del nuovo sistema:

  • Cass. n. 8369/2025: in caso di disaccordo sull'aggiunta del cognome materno, la competenza è del giudice ordinario, che valuta l'interesse del minore.

  • Cass. nn. 1492/2025 e 15654/2024: nei casi di riconoscimento successivo da parte di un genitore, il giudice decide in base al superiore interesse del minore, senza automatismi.

Questioni ancora aperte e necessità di intervento legislativo

Nonostante la svolta della Consulta, persistono diverse problematiche:

  • Rischio di moltiplicazione dei cognomi nelle generazioni successive;

  • Manca una norma che imponga uniformità di cognome tra fratelli;

  • Mancano criteri legali per la scelta dell'ordine in caso di disaccordo;

  • La disciplina attuale opera su un doppio binario tra nati prima e dopo il 1° giugno 2022;

  • Occorre armonizzare la disciplina per le coppie di fatto.

La Corte stessa ha sollecitato un intervento del legislatore per definire in modo organico il quadro normativo, anche al fine di evitare disparità di trattamento e garantire la tutela dell'identità personale del minore.

Identità e cultura del nome

Anche il dibattito culturale contribuisce a delineare l'importanza del nome nella costruzione dell'identità. Come evidenziato da Gianmaria Parrotta (da Saramago a Totò), il cognome non è solo un elemento formale, ma un segno distintivo della persona, legato alla memoria collettiva, alla famiglia e alla storia individuale.

Conclusione

Il principio di parità tra genitori trova oggi una più compiuta espressione anche nell'attribuzione del cognome ai figli. Tuttavia, la riforma giurisprudenziale richiede un completamento normativo, per superare le criticità pratiche e assicurare coerenza al sistema, sempre nel rispetto del diritto all'identità del minore e dell'eguaglianza tra i genitori.


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