L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha avviato un’istruttoria nei confronti del Consiglio Nazionale Forense (CNF), contestando l’introduzione dell’articolo 25-bis nel Codice deontologico forense (Bollettino 14/2025 del 14/04/2025).
Secondo l’Antitrust, la nuova disposizione rischia di restringere la concorrenza tra avvocati, estendendo indebitamente l’ambito applicativo della legge n. 49/2023 sull’equo compenso.
La norma deontologica, approvata il 23 febbraio 2024 ed entrata in vigore il 2 luglio 2024, vieta all’avvocato di concordare o preventivare compensi che non siano giusti, equi e proporzionati, e che non rispettino i parametri forensi vigenti. La violazione è sanzionata con censura, mentre il mancato avviso scritto al cliente sulla necessità di rispettare tali criteri comporta un avvertimento.
Secondo il CNF, la modifica recepisce l’art. 5, comma 5, della legge n. 49/2023, che impone agli ordini professionali di sanzionare disciplinarmente il professionista che pattuisca compensi non equi nei rapporti con i cosiddetti grandi clienti (banche, assicurazioni, PA, grandi imprese).
L’Antitrust, nel provvedimento n. 31515, osserva che l’articolo 25-bis, per come formulato e comunicato, non è limitato ai rapporti con i grandi clienti. Al contrario, si presenta come applicabile in ogni rapporto professionale, indipendentemente dalla forza contrattuale della controparte.
In tal modo, il CNF avrebbe:
Ampliato la portata soggettiva della legge sull’equo compenso, rendendo vincolanti i parametri anche in rapporti con clienti privi di potere contrattuale superiore;
Orientato il comportamento economico degli iscritti, dissuadendoli dal concordare compensi inferiori ai minimi tabellari per evitare rilievi disciplinari;
Aumentato la deterrenza delle sanzioni, prevedendo in alcuni casi l’aggravante della sospensione fino a un anno.
Secondo l’Autorità, queste condotte potrebbero configurare un’intesa restrittiva della concorrenza ai sensi dell’art. 101 TFUE, incidendo anche sul commercio intraeuropeo, dal momento che l’effetto di “compartimentazione” si estende su tutto il territorio nazionale.
L’Antitrust ha dunque deliberato l’apertura di un’istruttoria formale per accertare l’eventuale violazione dell’articolo 101 TFUE da parte del CNF. Il termine per concludere il procedimento è fissato al 31 dicembre 2026.
Intanto, resta centrale la questione di fondo: il bilanciamento tra la tutela del lavoro professionale e il rispetto delle regole di concorrenza. L’esito dell’istruttoria potrebbe incidere significativamente sull’interpretazione e l’applicazione della disciplina dell’equo compenso.
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