Impedire alla moglie di lavorare è reato?

Articolo del 05/02/2025

Impedire alla propria moglie di lavorare costituisce reato?

Sulla questione interviene la Cassazione penale con la sentenza n. 1268 depositata il 13 gennaio 2025.

Nel caso di specie, un uomo è stato condannato per aver sistematicamente ostacolato la moglie nella ricerca e mantenimento di un lavoro. Il marito la costringeva a dedicarsi esclusivamente alla cura dei figli e la impiegava come contabile nell’azienda di famiglia senza retribuirla. Quando la donna aveva finalmente trovato un impiego nel settore turistico, lui interferiva con continue telefonate e comportamenti umilianti che portarono alla perdita del lavoro.

Le norme rilevanti

La Suprema Corte ricorda che il reato di maltrattamenti in famiglia, disciplinato dall’art. 572 c.p., non si limita a violenze fisiche ma include comportamenti vessatori e intimidatori di natura psicologica ed economica.

Occorre inoltre richiamare la Convenzione di Istanbul e la Direttiva 2012/29/UE, che riconoscono la violenza economica come una forma di abuso e una violazione dei diritti umani.

Dalla normativa in esame, si può affermare che “ostacolare l’emancipazione economica della moglie mediante condotte vessatorie rientra tra i maltrattamenti, in quanto incide sulla sua libertà e dignità umana”.

La vicenda in esame

Nel caso concreto, il marito adottava un controllo sistematico e ossessivo sulla moglie, impedendole di accedere a un lavoro retribuito e autonomo. Tale atteggiamento configurava una forma di potere asimmetrico all’interno del nucleo familiare.

In particolare la Corte ha evidenziato che: "quando la persona offesa ha trovato un’occupazione nel settore turistico, l’imputato l’ha seguita, telefonata dopo telefonata, costringendola a tornare a casa e umiliandola davanti ai colleghi”.

In aggiunta, si sottolienea che il marito avesse installato una telecamera per monitorarne gli spostamenti, un comportamento che è stato interpretato come una grave violazione della libertà personale.

Conclusioni

Tornando al quesito iniziale possiamo quindi affermare che impedire alla moglie di lavorare costituisce reato.

La limitazione dell’autonomia lavorativa infatti costituisce "una forma di controllo e prevaricazione psicologica punibile penalmente”.

Messaggio alle donne: "l’emancipazione economica non è un privilegio, ma un diritto inviolabile. Non lasciare che nessuno te lo tolga".


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