Rebus sic stantibus, or bene, salvis iuribus, porre in essere, vexata quaestio, imperocché, reiectis contrariis, tutt’affatto diverso, invero...
Vi suonano familiari queste espressioni? Per chi frequenta le aule di giustizia, si tratta di un linguaggio quotidiano.
Questa lingua è il legalese: un idioma a sé, perfettamente comprensibile per gli operatori del diritto... ma quasi del tutto indecifrabile per i cittadini comuni.
Ma perché gli avvocati parlano in legalese? A cosa serve davvero questo linguaggio così contorto e spesso arcaico?
È la domanda che si pone Mister Lex nel video di oggi, con tono ironico ma riflessivo: siamo sicuri che la complessità sia davvero sinonimo di competenza?
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