"Mi chiamo Ilaria Salamandra, sono un'avvocata e sto facendo questo video da una stanza dell'ospedale Bambin Gesù di Roma accanto a mio figlio di 2 anni che almeno una volta ogni 6 mesi dalla nascita deve venire qui a fare un day hospital in sedazione".
Con queste parole inizia il video su Facebook di una giovane mamma avvocato che denuncia la decisione della giudice del Tribunale di Roma di non aver accolto la sua richiesta di rinvio dell'udienza per legittimo impedimento.
Il Consiglio Nazionale Forense (CNF) e tutta l’avvocatura hanno espresso la propria solidarietà alla collega.
Il presidente del CNF, Francesco Greco, ha dichiarato: “Riteniamo che il provvedimento di rigetto dell’istanza di rinvio per legittimo impedimento della trattazione dell’udienza sia stato ingiusto ed in contrasto con i principi fondamentali del diritto alla difesa. [...] Il CNF ribadisce l'importanza del rispetto dei diritti degli avvocati e dei loro clienti e chiederà intervento agli organi della magistratura competenti in materia disciplinare per garantire che situazioni come questa non si ripetano in futuro. [...] Restiamo uniti nella difesa dei nostri diritti e della giustizia”.
Anche il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Roma, Paolo Nesta, condanna l'episodio, sottolineando che non è la prima volta che accade al Tribunale di Roma. Nesta afferma: “Ora questo nuovo caso, che lede non solo la dignità e il decoro della professione forense, ma la dignità stessa della donna: assurdo, in un'epoca in cui si parla di parità di genere e di cosa fare per eliminare le disparità”.
La Camera Penale di Roma denuncia che si tratta dell'“ennesima manifestazione di un’idea proprietaria del processo da parte di alcuni magistrati che immaginano di poterlo amministrare a prescindere dal ruolo, dalle funzioni e dalle esigenze delle parti [...] E questa idea non è tollerabile, né la sopporteremo oltre”.
L'Organismo Congressuale Forense (OCF) definisce "intollerabile" che gli avvocati debbano ancora ribadire il valore del legittimo impedimento come garanzia di giusto processo e di tutela delle parti in causa e dei loro difensori.
Anche l’Associazione Nazionale Forense e l'Associazione Italiana Giovani Avvocati (AIGA) esprimono solidarietà e condanna per l'episodio, sottolineando la necessità di porre fine all'arbitrio dei magistrati e di tutelare avvocate e avvocati anche in casi gravi come questo.