Maternità surrogata, Cedu: legittimo il rifiuto della trascrizione

L'Italia non è obbligata a trascrivere automaticamente all'anagrafe i figli nati attraverso la maternità surrogata.

È quanto stabilito dalla Corte europea dei diritti umani con la sentenza depositata oggi 22 giugno 2023 (caso no. 10794/12).

I giudici di Strasburgo hanno dichiarato inammissibili alcuni ricorsi presentati da coppie dello stesso sesso e da una coppia eterosessuale che chiedevano la condanna dello Stato per aver rifiutato di trascrivere all'anagrafe gli atti di nascita legalmente riconosciuti all'estero per i bambini nati tramite maternità surrogata.

Secondo i giudici europei, "il desiderio delle coppie di vedere riconosciuto un legame tra i bambini e i loro genitori intenzionali non si è scontrato con un'impossibilità generale e assoluta". In effetti, hanno affermato i giudici, le coppie avevano la possibilità di ricorrere all'adozione ma non l'hanno utilizzata. Il riferimento è alla possibilità di ricorrere all’istituto dell’adozione in casi particolari.

La decisione della CEDU si conforma a un precedente del 2021, in cui la stessa Corte aveva stabilito che il divieto alla cosiddetta "gestazione per altri" posto dall'Islanda non era "irragionevole" e "arbitrario", come affermato dai ricorrenti.

Anche le Sezioni unite italiane (sentenza n. 38162 del 30/12/2022) avevano precedentemente adottato un punto di vista simile, sostenendo che "con l'adozione in casi particolari, l'ordinamento italiano tutela l'interesse del minore al riconoscimento giuridico, ex post e in esito a una verifica in concreto da parte del giudice, del suo rapporto con il genitore d'intenzione".

La sentenza arriva poco dopo la decisione della Procura di Padova di dichiarare illegittimi 33 atti di nascita con due madri registrati dal 2017 in poi, mettendo in luce la necessità di un dibattito continuo e approfondito su questi temi.