Nella seduta di giovedì 21 dicembre 2023, la Camera dei deputati ha respinto l’articolo 1 della proposta di legge recante Ratifica ed esecuzione dell'Accordo recante modifica del Trattato che istituisce il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES), fatto a Bruxelles il 27 gennaio e l'8 febbraio 2021 (C. 712).
Il contesto del voto. La decisione è arrivata dopo mesi di dibattiti e rinvii, con una maggioranza divisa sul tema. Fra i partiti che sostengono il governo, Fdi e Lega hanno votato contro, mentre Forza Italia si è astenuta. Fra le opposizioni Pd, Iv, Azione e +Europa hanno votato a favore, mentre il Movimento 5 stelle si è astenuto.
Un elemento cruciale nella bocciatura è stato il parere contrario della commissione Bilancio, motivato dall'assenza di coinvolgimento delle Camere nel monitoraggio degli impatti sulla finanza pubblica. Questo parere ha aperto la strada alla bocciatura dell'aula, accelerata da una decisione di procedere al voto prima della pausa natalizia.
Le conseguenze della bocciatura. Il rifiuto della ratifica da parte dell'Italia ha importanti ripercussioni. La riforma del Mes, concordata a livello europeo, non potrà entrare in vigore senza l'unanimità dei Paesi membri. Questa riforma prevedeva che il Fondo di risoluzione unico (SRF), destinato a gestire i fallimenti bancari, potesse attingere a risorse del Mes in caso di esaurimento dei propri fondi, fungendo da backstop (paracadute) finanziario. Si prevedeva altresì la semplificazione delle procedure di accesso all'assistenza finanziaria precauzionale semplice (Precautionary conditioned credit line) per Paesi economicamente e finanziariamente solidi, ma alle prese con uno shock avverso e con un debito pubblico considerato sostenibile, consentendone l'erogazione previa sottoscrizione di una semplice «lettera di intenti» con la Commissione europea.
La mancata riforma del MES espone l'Eurozona a rischi in caso di crisi bancarie, che potrebbero causare un default caotico, con potenziali ripercussioni finanziarie in altri Paesi europei.