Il Consiglio dei Ministri, nella riunione del 5 dicembre 2023, ha ratificato il protocollo d’intesa tra Italia e Albania in materia di gestione dei flussi migratori.
Questo accordo ha tre obiettivi:
Il Protocollo prevede la realizzazione di due strutture in territorio albanese, a spese dell'Italia e sotto la sua giurisdizione, che potranno ospitare fino a 3000 persone contemporaneamente, per gestire le procedure di asilo o di rimpatrio.
Il numero massimo si riferisce a tremila persone contestuali, per cui, utilizzando le procedure accelerate che consentono di processare le richieste in 28 giorni, a regime questi numeri possano essere considerati come mensili e che quindi il flusso complessivo annuale può arrivare fino a 36mila persone che si alternano.
Il Protocollo non si applica agli immigrati che arrivano in Italia autonomamente o tramite ONG, ma solo a coloro che vengono salvati da navi italiane come quelle della Marina e della Guardia di Finanza. Sono esclusi minori, donne in gravidanza e altri soggetti vulnerabili.
Il porto di Shengjin diventerà il fulcro delle operazioni di sbarco e identificazione. Qui si realizzerà un centro di prima accoglienza dove operare una prima attività di screening, mentre in un’altra area più interna si realizzerà una seconda struttura (modello Cpr) per le procedure che invece sono successive. L’Albania collaborarà, con le sue Forze di polizia, sul fronte della sicurezza e sul fronte della sorveglianza esterna delle strutture.
I centri saranno operativi entro la primavera del 2024.
Le aree albanesi saranno equiparate alle zone di frontiera o di transito per l’espletamento delle procedure accelerate in frontiera, con la competenza esplicita del Tribunale di Roma. I migranti presenti nelle strutture avranno garantiti tutti i diritti previsti dalla normativa italiana ed europea, inclusa la difesa legale e l'assistenza tecnica.
Per quanto riguarda l’organizzazione e il personale, sarà stabilita la competenza del Prefetto, del Questore e della Commissione territoriale di Roma. Inoltre, si prevede la costituzione di un nucleo di coordinamento e raccordo a Roma e un nucleo di polizia giudiziaria nelle strutture albanesi.
Il diritto penale applicabile in queste strutture segue la legislazione italiana, con specifiche disposizioni per i reati commessi all'interno del protocollo. Inoltre, il protocollo dettaglia le procedure per la realizzazione e gestione delle strutture, stabilendo una clausola di deroga in materia di contratti pubblici.
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