Senza l'istruzione,
le migliori leggi
restano inutili.
Le parole di Vincenzo Cuoco, scrittore, filosofo e giurista, sono un monito al Legislatore.
Il Legislatore infatti continua a sfornare migliaia di norme, implacabile e con un ritmo costante, dimenticandosi tuttavia dell'importanza dell'istruzione, presupposto fondamentale per la buona applicazione delle leggi. Questo concetto è supportato da studi che dimostrano come un popolo istruito comprenda e rispetti meglio il proprio sistema legale, partecipando attivamente al suo miglioramento.
Oggi più che mai, le scuole sono sovraccaricate e sottofinanziate, lottando contro una burocratizzazione eccessiva che ne minaccia l'efficacia. Di fronte a questo scenario, il volume delle normative continua a crescere, ma senza un parallelo miglioramento della loro qualità. È il momento di chiederci: le nostre leggi sono davvero efficaci se chi dovrebbe applicarle non possiede gli strumenti adeguati per farlo?
L'educazione non solo prepara meglio gli individui a interagire con le leggi, ma rafforza anche il mercato del lavoro e la società civile. I cittadini istruiti sono più capaci di partecipazione critica e di contribuire alla vita democratica del loro paese.
Con l'avvento del digitale, nuove sfide e opportunità emergono: la tecnologia può essere un grande alleato nell'educazione, ma se non gestita correttamente, può anche aumentare le disuguaglianze. È cruciale elaborare strategie che migliorino sia le infrastrutture fisiche che quelle digitali delle nostre scuole.
I decisori politici devono riconoscere l'urgenza di investire nell'educazione, per potenziare l'applicazione delle leggi e migliorare la qualità della vita. Allora è essenziale avviare un dialogo tra giuristi ed educatori per creare una strategia comune che ponga l'istruzione al centro delle politiche future.
In conclusione, le parole di Vincenzo Cuoco sono più attuali che mai: un popolo educato è un popolo capace di vivere le leggi in modo attivo e consapevole, non solo di subirle. Educare dovrebbe essere, quindi, la prima legge a cui ogni stato dovrebbe obbedire.