A pochi giorni dall’introduzione obbligatoria del processo penale telematico (“PPT”), l’applicativo App 2.0 del Ministero della Giustizia ha mostrato gravi malfunzionamenti. Diversi tribunali, tra cui quelli di Roma, Milano e Napoli, hanno deciso di sospendere temporaneamente l’utilizzo della piattaforma, tornando al formato analogico per garantire il proseguimento delle attività giudiziarie.
Lanciata per semplificare e velocizzare i procedimenti penali, l’App 2.0 ha incontrato sin da subito numerosi problemi:
Crash di sistema e blocchi frequenti;
Errori di accesso, con magistrati non riconosciuti dal sistema;
Mancanza di modelli digitali per alcuni atti fondamentali;
Rallentamenti incompatibili con la gestione di udienze complesse.
Secondo la Associazione Nazionale Magistrati (ANM), tali problemi derivano dall’assenza di un’adeguata sperimentazione e dalla scarsa preparazione tecnica del personale coinvolto. Alcuni tribunali hanno quindi deciso di adottare il doppio binario, continuando ad utilizzare il cartaceo in parallelo al digitale almeno fino al 31 marzo 2025.
Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha difeso il progetto, attribuendo i disservizi alla fase di transizione tecnologica e sottolineando l’importanza della digitalizzazione per modernizzare il sistema giudiziario. Tuttavia, il ministero ha anche richiamato i magistrati e gli uffici giudiziari a dotarsi tempestivamente dei dispositivi necessari, come la firma digitale.
L’obbligatorietà del deposito digitale degli atti deriva dalla riforma Cartabia (art. 175-bis c.p.p.), che prevede l’utilizzo esclusivo del sistema telematico per specifiche categorie di atti processuali. La normativa introduce tuttavia una clausola di salvaguardia: in caso di malfunzionamenti tecnici, è possibile ricorrere temporaneamente al cartaceo o alla PEC.
Il blocco del PPT ha generato disagi per cittadini e avvocati, con ritardi nelle udienze e difficoltà nella gestione dei procedimenti. La Procura di Roma, la più grande d’Italia, ha disposto fino al 31 gennaio il ritorno ai documenti analogici, evidenziando l’impossibilità di gestire efficacemente i fascicoli tramite l’App. Simili provvedimenti sono stati adottati anche da tribunali più piccoli come Bari, Foggia e Rieti.
Per risolvere queste criticità, l’ANM e altre associazioni professionali hanno richiesto:
Un periodo di formazione per il personale coinvolto;
Aggiornamenti tecnici della piattaforma per garantirne l’affidabilità;
Un maggiore coinvolgimento degli utenti nella fase di sviluppo e test del sistema.
Nel frattempo, il DM 27 dicembre 2024 n. 206 ha rinviato al 1° gennaio 2026 l’esclusività del processo penale telematico, inizialmente prevista per il 1° gennaio 2025. Il provvedimento modifica il decreto 29 dicembre 2023 n. 217, introducendo una disciplina transitoria che proroga, in successive fasi temporali, il regime del doppio binario (analogico e telematico) per il deposito degli atti dei soggetti “interni” ed “esterni” negli uffici giudiziari penali.